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Webring Esercito Svizzero

L'Europa s'impegna nella creazione di un Forza di Reazione Rapida di 100'000 uomini che sarà operazionale nel 2003

25 novembre 2000


Fusiliers marins durant l'exercice Dynamic Response, avril 2000

La "Conférence d'engagement de capacités" del 21 e 22 novembre passati, tenutasi a Bruxelles, ha permesso alla Forza di Reazione Rapida (FRR) di prendere forma: ad eccezzione della Danimarca, tutti i paesi membri dell'UE, ai quali vanno aggiunti parecchi candidati all'adesione o membri della NATO, hanno annunciato la messa a disposizione dei mezzi militari atti a equipaggiare una forza di 100'000 unomini, comprendente 400 velivoli da combattimento e 100 imbarcazioni.

Questo successo intermedio non nasconde però le difficoltà, materiali, strutturali e politiche che minacciano la credibilità del progetto. Il cammino che separa l'UE da una forza militare stabile ed operazionale, è ancora lungo.

 

La dipendenza militare dell'Europa

La decisione di creare una Forza di Reazione Rapida è stata presa nel dicembre 1999 durante il Consiglio d'Europa di Helsinki, preceduto da un'annata ricca di insegnamenti in materia di di politica estera e di sicurezza comunitaria. Durante i raids aerei sul Kossovo, operazione Allied Forces, l'UE aveva infatti potuto misurare la sua dipendenza militare, pressochè totale, per le operazioni su vasta scala: i mezzi di C2 (command and control), il sistema di condivisione delle informazioni, la sorveglianza satellitare, il rifornimanto in volo, le munizioni di precisione, le operazioni psicologiche, sono state condotte e controllate dagli USA.

Questa incapacità di regolare da sola i propri problemi, già resa evidente in Bosnia dal 1992 al 1995, ha convinto le autorità dei quindici a reagire e ad equipaggiarsi dei mezzi necessari per eseguire le missioni dette di Petersberg. Defiunite nel 1992 e inserite nel trattato di Amsterdam del 1997, queste missioni comprendono le azioni umanitarie e l'evacuazione, il mantenimento della pace e la gestione delle crisi, e le operazioni di peace enforcing attuato attraverso conflitti ad alta densità limitati (Kossovo).


NH-90

Impiegare 60'000 in 60 giorni

Le condizioni necessarie a svolgere queste missioni sono state definite ad Helsinki: l'impiego di un contingente della forza di un corpo d'armata, 60'000 uomini, appoggiato da 400 velivoli da combattimento e 100 imbarcazioni, capace di spiegarsi in 60 giorni e di restare nel teatro d'operazione per un anno. Un impiego quindi superiore a qualsiasi altro dopo la fine della guerra fredda, superiore perfino a qullo della guerra del Golfo (61300 uomini, 164 velivoli e 40 imbarcazioni).

Nel corso dell'anno 2000 la valutazione dei mezzi terrestri è stata rivista in dettaglio. Tra il 1 luglio ed il 23 ottobre è stato redatto un catalogo delle capacità, vale a dire un elenco dei mezzi necessari che tiene in considerazione simultaneamente uno scenario di imipiego "pesante"(separazione e prevenzione) ed uno "leggero" (aiuto umanitario ed evacuazione). Al fine di disporre di forze necessarie a questo tipo di interventi, un totale di 100'000 uomini è stato giudicato necessario: 60'000 per le forze terrestri, 30000 per quelle aeronavali e 10000 per gli elementi logistici e lo stato maggiore. Parallelamente, a partire dall'8 settembre, è stato tenuto un catalogo dei contributi dei vari paesi, così da precisare e migliorare gli impieghi nazionali.

 

Uno stato maggiore operazionale dal 2001

La realizzazione progressiva di una FRR sarà preceduta dalla creazione di uno stato maggiore a partire dall'estate 2001. Le strutture necessarie saranno realizzate il 7 e l'8 dicembre prossimi, durante il Consiglio d'Europa a Nizza; dovrebbero comprendere un organo politico, il Comitato Politico e di Sicurezza (COPS), e due militari, il Comitato Militare e lo Stato Maggiore dell'UE (EMUE).

IL comitato militare sarà la più alta autorità militare del dispositivo, composto da capi di stato maggiore degli eserciti o da loro rappresentanti; contribuirà a formulare raccomandazioni al COPS, fornendo anche direttivi all EMUE. Quest'ultimo, che comprenderà un centinaio di ufficiali, sarà incaricato del dispositivo di allerta, della valutazione delle crisi e della pianificazione delle missioni Petersberg. Le decisioni strategiche dell'UE saranno basate sul lavoro di quest'ultimo. Lo stato maggiore disporrà quindi di una reale autonomia decisionale. Il comando sarà assegnato in un primo tempo ad un tedesco, il generale Rainer Schuwirth, affiancato da un inglese, il generale Graham Messervy-Whiting.

 

A400M

I contingenti dell'UE

Il 20 novembre a Bruxelles, ogni paese membro dell'UE ha annunciato al Consiglio Europeo la sua disponibilità in mezzi e uomini, fatta eccezione per la Danimarca che non applica il trattato di Amsterdam. I dettagli non sono ancora stati resi pubblici, ma gli elementi divulgati dalla stampa o dagli stati in questione sono i seguenti:

Germania: 13'500 uomini; 93 aerei da combattimento, 3 aerei di sorveglianza, 35 aerei da trasport et 4 elicotteris; 20 imbarcazioni

Austria: 2000 uomini (1 battaglione di fanteria meccanizzata, 1 battaglione di fanteria leggera, 1 compagnia di difesa ABC, 1 compagnia di aiuto umanitario oltre che diversi elementi d'appoggio quali unità da transporto, elicotteri o truppe del genio);

Belgio: 3000 uomini (1 brigata meccanizzata); 12 caccia-bombardieri F-16, 11 aerei da trasporto C-130 e 2 Airbus; 2 fregate, 1 imbarcazione di sostegno e 6 dragamine ;

Spagna: 6000 uomini (1 brigata meccanizzata, 1 squadrone meccanizzato, 1 compagnia aeroportata et 1 compagnia amfibia, 1 stato maggiore divisionario terrestre et 1 stato maggiore aereo); 40 aerei da combattimento e da trasporto; 1 gruppo aereonavale comprendente la portaerei Principe de Asturias ;

Finlandia: 2000 uomini;

Francia: 12'000 uomini, lo stato maggiore operativo; 75 aerei, dei quali 29 da trasporto; 12 imbarcazioni, comprendenti la portaerei nucleare Charles-de-Gaulle e 2 trasporti anfibi ;

Gran Bretagna: 12'500 uomini (1 brigata blindata, meccanizzata o aereoportata, 1 brigata anfibia e diversi elementi d'appoggio); 72 aerei da combattimento; 18 imbarcazioni, tra le quali 1 portaerei, 2 sottomarini nucleari, 4 destroyers/fregate e 1 portaelicotteri ;

Grecia: 4000 uomini (1 brigata meccanizzata); 30 caccia bombardieri, 6 aerei da ricognizione e 4 aerei da trasporto; 6 imbarcazioni di superficie e un sottomarino ;

Irlanda: 800 uomini (1 battaglione di fanteria); 5 elicotteri da trasporto ;

Italia: 12'000 uomini (4 brigate tra cui una aereoportata, 1 battaglione di fanteria di marine e 230 carabinieri); 47 aerei da combattimento, 22 aerei d'appoggio ed elicotteri; 19 imbarcazioni (numerose fonti menzionano 6000 uomini a proposito dell'Italia; noi riportiamo le informazioni del ministro della Difesa italiano) ;

Lussemburgo: 100 uomini ;

Paesi Bassi: 5000 uomini (1 brigata blindata) ;

Portogallo: 1000 uomini ;

Svezia: 1500 uomini.

 

Leopard 2A5

L'appello ai paesi terzi

Il catalogo delle forze che raggruppa tutti i mezzi forniti dai paesi comunitari sfocia nelle cifre seguenti: per le forze terrestri, 60 battaglioni misti e d'appoggio; per le forze aeree 4 portaaerei, 31 fregate, 9 sottomarini d'attacco; per le forze aeree infine, 400 aerei da combattimento (dei quali 50 imbarcati), 29 aerei cisterna, 161 aerei da trasporto a medio e lungo raggio.

L'UE a tuttavia deciso di fare appello ai paesi europei membri della NATO e/o candidati all'adesione per rinforzare ulteriormente la FRR. Sebbene i contribuiti non siano ancora conosciuti, parecchie nazioni hanno annunciatio il loro conmtributo: la Turchia con 5000 uomini (1 brigata di fanteria meccanizzata), 40 aerei da combattimento F-16 e 2 aerei da trasporto, 2 fregate, 1 sottomarino e un'imarcazione di sostegno; la Norvegia con 3500 uomini, la Romania con 1200, la Repubblica Ceca con 1000, la Slovacchia con 450 e l'Ungheria con 350. In totale queste cifre raggiungono l'obbiettivo posto di 100000. Ma i numeri non devono trarre in inganno.

 

Le relazioni con la NATO

Effettivamente una parte importante di questi mezzi è già attribuita alla NATO, in particolare al Corpo Alleato di Reazione Rapida (ARRC). E il rischio di mettere in pericolo l'esistenza stessa della NATO non è trascurabile (si vedano le polemiche insorte in Gran Bretagna). Le relazioni della FRR con la NATO sono quindi piuttosto ambigue. D'una parte è evidente che per far fronte ad una crisi quale quella del Kossovo (175000 uomini e più di 1000 aerei impiegati) Bruxelles dovrebbe fare ricorso ai mezzi della NATO (leggi sati Uniti).

D'altra parte l'UE dimostra chiaramente la volontà di fornire alla FRR i mezzi necessari per agire indipendentemente, ed è quindi necessario che i mezzi siano disponibili. Inoltre la FRR lasciando ad ogni nazione il controllo politico del contingente, mette in luce un debolezza strutturale che necessiterà sicuramente di un forte compromesso.


Il defict di risorse

Soldati della Gran Bretagna in Sierra Leone

Elemento motore, con la Francia, la Gran Bretagna vede già attribuiti a missioni all'estero molti dei suoi uomini (3900 in Kossovo, 2700 in Bosnia, 900 in Sierra Leone e 312 a Cipro), mantenendo inoltre degli importanti contingenti all'estero (20610 uomini in Germania, 13000 in Iranda del Nord, 3200 a Cipro, 1650 nelle Molucche e 1050 nel Brunei). Si nota quindi che la situazione a livello di effettivi è già ora delicata.

Le finanze non versano in condizioni migliori. Gli impieghi concreti delle nazioni partecipanti resteranno vani se i budget della difesa non seguiranno gli sviluppi del progetto. Molti paesi, come la Germania, hanno contemporaneamente promosso nuovi programmi d'armamento senza però adattare i loro investimenti. Come prudentemente ha dichiarato Alain Richard, ministro francese della Difesa "il y aura une certaine logique à ce que des nations qui ont pris des engagements qui sont cohérents fassent des efforts budgétaires de défense qui ne soient pas trop dissemblables."

 

Delle lacune da colmare

La credibilità della FRR dipende in effetti non solamente dal livello qualitativo e dall'interoperabilità dei diversi contingenti, ma anche dalla disponibilità di alcuni sistemi chiave attualmente mancanti. È il caso della capacità di proiezione della propria forza: solo un sesto del naviglio necessario alla mobilità strategica (60 imbarcazioni) è attualmente disponibile, e per fornire la necessaria mobilità aerea saranno necessari gli acquisti di 185 Airbus A400M e il compimento del programma dell'elicottero medio NH-90.

Lo stesso si può dire per il sistema di sorveglianza del teatro d'operazioni (satelliti, satazioni terrestri e navali, drones e aerei radar) e per tutta la catena di comando, che dovrà disporre degli adeguati mezzi di analisi. La situzione dovrebbe migliorare verso il 2005, dopo il lancio dei missili Hélios 2, SAR Lupe e Cosmo-Skymed Pléiade. Per le forze aeree, delle lacune quntitative , (aerei cisterna), e qualitative, (mezzi di soppressione delle difese aeree nemiche, armamento di precisione a lungo raggio, CSAR), devono sicuramente essere colmate.

Ciò non toglie che l'UE sta compiendo un passo essenziale. Gli scenari d'intervento sono in effetti ambizionsi, passando dall'evacuazione di cittadini minacciati agli interventi di peace enforcing a più di 4000 km da Bruxelles.

La Svizzera può ignorare questo movimento e non seguire la via di altri paesi neutri come la Svezia o l'Austria? Difficile rispondere affermativamente e rimanere credibili.




Cap Ludovic Monnerat    
Traduzione: Ten Claudio Biffi    








Fonti

Communicati UE, Ministère français de la défense, Bundeswehr, Bundesheer; numerosi articoli e comunicati stampa


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