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Gli antagonisti della campagna per la revisione della LEAM gettano un'ombra minacciosa sulla riforma dell'esercito

Soutien à la paix

31 marzo 2001


Consiglio Federale, due settimane dopo l'Associazione per una Svizzera Indipendente e Neutrale (ASIN), lancia la campagna per la revisione della Legge sull'Esercito e l'Amministarzione Militare (LEAM), che sarà sottoposta al voto popolare, il 10 giugno, in virtù del referendum proposto dall' ASIN e dal Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GssE).

Sotto gli antagonismi espressi, l'incertezza della verdetto getta tuttavia un'ombra minacciosa sulla riforma dell'esercito. In caso di rifiuto le basi di Esercito XXI saranno distrutte, rendendo necessaria una nuova orientazione del progetto. Ritorniamo quindi sugli aspetti militari della votazione.


Una revisione, due tappe

Il Consiglio Federale ha diviso la revisione in due tappe. La prima (A) tratta dell'istruzione all'estero o in comune con formazioni straniere (art. 48), così come delle convenzioni sullo statuto delle forze (art.150), vale a dire dei militari svizzeri all'estero e dei militari esteri in svizzera. La seconda tappa (B) tratta del servizio di promozione della pace (art.66) ed in particolare dell'armamento dei soldati in servizio all'estero.

Lo scopo di una tale divisione è di evitare ritardi in materia di collaborazione, istruzione e regolamentazione dello statuto dei militari, causati da un eventuale referendum sulla questione dell'armamento – una decisione logica in vista della procedura di consultazione. I due organismi referendari hanno tuttavia rifutato in blocco la revisione, senza fare distinzioni. Il primo testo verte tuttavia su temi strettamente militari-giuridici, mentre il secondo ha un contenuto politico, legato in parte alla futura votazione sull'adesione all'ONU.


Char de combat Leopard 2 à Bure

Collaborazione: essenziale per l'istruzione

L'istruzione all'estero, in comune oppure no, con formazioni straniere, non è nuova al nostro esercito: le Forze aeree si esercitano ogni anno sotto altri cieli e con più partenrs, neutrali o membri della NATO; le Forze terrestri hanno invece effettuato a più riprese delle esercitazioni congiunte, all'interno o all'esterno delle nostre frontiere – per esempio MOBILITY 96 in Austria, LEMAN 97 e WIVA 2000 in Francia e in Svizzera.

L'interesse di queste esercitazioni è doppio. Da una parte si tratta di superare le limitazioni delle nostre infrastrutture di istruzione. Le nostre squadriglie di aerei da combattimento non possono addestrarsi liberamente al combattimento a bassa quota o notturno, visto che i corridoi di volo a loro disposizione sono recentemente diminuiti per favorire il traffico aereo civile. Per le formazioni di combattimento il problema consiste nell'assenza di una piazza d'armi adatta ai loro rispettivi impieghi, che rende necessario l'invio all'estero: la nostra più grande piazza d'esercizio, quella di Bure nel Jura, è appena sufficiente ad esercitare simultaneamente due compagnie.

D'altra parte il confronto con eserciti stranieri, attraverso un'istruzione parallela oppure con esercitazioni a doppia azione, è senza dubbio benefico sotto molti aspetti: l'emulazione, l'apertura delle prospettive, l'aumento della fiducia nei propri mezzi o ancora la reciproca conoscenza rappresentano possibilità di arricchimento non trascurabili.

La valutazione del nostro savoir faire riveste allo stesso modo una grande importanza: l'esperienza di affrontare in un esercizio un avversario estraneo alla nostra cultura militare e alle nostre abitudini, può rivelarsi estremamente ricca di insegnamenti, permettendo così il miglioramento dei principi d'impiego.


Esperienza operazionale

I servizi di promozione della pace, sotto l'egida dell'ONU o dell'OSCE, corrispondono a considerazioni militari evidenti. Per un esercito esclusivamente orientato all'istruzione, e dunque generalmente incline alla gestione del tempo di pace e delle crisi, l'esperienza operazionale ottenuta durante le missioni di promozione della pace è quindi preziosa: essa permette in effetti di liberare l'istruzione dalla routine, rendendo i propri obiettivi reali e di verificare l'adeguatezza dei mezzi ai bisogni concreti. L'operazione ALBA del 1999 ha per esempio sottolineato la necessità di disporre di un gruppo di trasporto logistico aereo.

Le missioni di sostegno alla pace permettono egualmente di collaborare effettivamente con Forze armate straniere, arricchendo quotidianamente la nostra esperienza. Il fatto che i nostri soldati saranno impiegati solo in attività logistiche riduce tuttavia l'effetto di questa collaborazione, lasciandoci completamente esclusi dalla dimensione "sicurezza".


Exercice à double action MOBILITY 96

Verso degli standard internazionali

Le conseguenze di un esito positivo della votazione del 10 giugno saranno immediate per il nostro esercito. D'una parte nel quadro dell'istruzione, il Consiglio Federale avrà tutto il margine di manovra richiesto per concludere gli accordi sulla regolamentazione dello statuto di militare e gli scambi regolari di formazioni; dall'altra alla messa disposizione delle infrastrutture d'istruzione svizzere, conseguirebbe la possibilità di praticare esercitazioni sulle vaste piazze d'istruzione straniere. Con la riduzione a volte di massa degli effettivi delle Forze armate europee, i terreni ereditati dalla guerra fredda hanno una superficie e una disponibilità ampiamente sufficiente alle nostre formazioni.

L'idea potrà concretizzarsi solamente con la messa in opera di Esercito XXI, o in una certa misura con le scuole pilota di militari a ferma lunga, anche se lo scopo sarebbe di procedere all'istruzione in formazione, a livello di compagnia per le formazioni di applicazione e di battaglione per i corsi di ripetizione, il più possibile all'estero, sottoforma di esercizi a doppia azione con formazioni equivalenti (force on force). Sarà anche possibile ottenere una credibilità supplementare nell'istruzione raggiungendo standard internazionali, permettendo ai nostri quadri di acquisire un savoir faire che per ora manca.


Sulla via dell'interoperabilità

Altra conseguenza diretta: i militari svizzeri in missione all'estero potranno disporre dell'armamento necessario alla loro protezione: spray incapacitanti, bastoni telescopici, pistole, pistole mitragliatrici, fucili d'assalto, mitragliatrici, lancia razzi anticarro (Panzerfaust) e veicoli da combattimento (veicolo d'esplorazione 93 Eagle, carro grenatieri ruotato 93 Piranha e carro granatieri 2000 CV-9030). Questo armamento permetterebbe ai contingenti elvetici di collaborare a pari opportunità con altre formazioni in seno alle grandi unità multinazionali. L'obbiettivo è di raggiungere questo grado di operatività nel 2010, inviando un battaglione di fanteria responsabile di un proprio settore d'impiego.

La considerazione principale di una collaborazione efficace risede nell'interoperabilità, raggiunta grazie all'evoluzione dell'equipaggiamento e della tecnica d'impiego. L'interoperabilità è doppiamente necessaria: sia per le missioni nel quadro multinazionale, promozione della pace o aiuto in caso di catastrofe, che sul piano della difesa del territorio in caso di minaccia convenzionale. In effetti l'evoluzione della tecnologia nel campo dell'armamento rende la difesa autonoma della Svizzera assolutamente fuori prezzo; la strategia della "sicurezza attraverso la collaborazione" ha precisamente l'obbiettivo di compensare questa nostra impotenza.

Il funzinamento di una tale difesa non potrà basarsi su di un'improvvisazione, come fu il caso all'inizio della seconda guerra mondiale: la compatibilità dei sitemi informatici, degli apprecchi di trasmissione e delle tecniche di lavoro devono essere oggetto di un addestramento efficace così da fornire al Consiglio Federale, nel caso in cui la nostra neutralità sarà minacciata, la possibilità di risparmiare al paese e alla popolazione il costo di una sconfitta militare.


Avions suisse et autrichien durant l'exercice AMADEUS 99

Credibilità ed efficacia

Sul piano strettamente militare, il doppio referendum mette in gioco la credibilità dell'esercito, attraverso l'elevazione del livello d'istruzione, e la sua efficacia nella difesa del paese e della popolazione, grazie all'interoperabilità e alla collaborazione con altre forze armate.

Il che vale a dire che un doppio rifiuto il 10 giugno condannerebbe il nostro esercito a continuare a seguire una dottrina tattica ormai obsoleta, e condannando i quadri subalterni, privati della speranza di cambiamento, ad abbandonare un istituzione giudicata senza avvenire.



Cap Ludovic Monnerat    
Traduzione: Ten Claudio Biffi    







Fonti

Message concernant la révision de la loi fédérale sur l'armée et l'administration militaire, 27.10.1999, "Plan directeur de l'armée XXI", projet du 21.2.2001

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